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A colloquio con la Dottoressa Lalli, direttrice delle terme di Margherita di Savoia

Dal 2004 Direttrice delle Terme di Margherita di Savoia; da  giugno 2016 è stata insignita del prestigioso ruolo di   vicepresidente vicario della  Federturismo  ( Federazione Nazionale dell'industria dei Viaggi e del Turismo ) del sistema Confindustria.  Per l' Associazione Internazionale "Pugliesi nel Mondo",  intervistiamo la Dottoressa Marina  Lalli (nonché  socia onoraria della medesima associazione)   onde  poter approfondire il legame con il suo territorio e quali possono essere le idee di sviluppo turistico da poter implementare nella “Puglia Imperiale” grazie anche all’ausilio  dell'associazione internazionale di stampo prettamente pugliese.

-  Dottoressa Lalli, sino al 2020 sarà per l’appunto vicepresidente vicario  della Federturismo nazionale;  come crede che questo suo ruolo possa incidere sul rilancio del turismo in Puglia, ma soprattutto sull’indotto turistico e non  legato alle terme di Margherita di Savoia  che lei stessa rappresenta? Considerando anche  che in un articolo pubblicato su “Repubblica” le terme sono state definite “belle ma sconosciute”. Perché?

Naturalmente quando si assume un ruolo nazionale, in un certo senso si deva anche un po’ dimenticare il luogo da cui si proviene, in quanto si deve cercare di essere imparziali  agevolando al contempo  lo sviluppo di  tutto il territorio nazionale che fa riferimento alla  Federturismo. 

Ma nello stesso tempo  è chiaro che  la parte pugliese è sempre dentro di me;  di conseguenza sebbene l’impegno della Federturismo sinora sia  stato abbastanza  profuso  ed   equo su tutto il territorio nazionale,   ho comunque cercato di portare diversi importanti eventi nella nostra regione, anche per permettere a chi vive nelle nostre città di poter carpire e capire  ciò  che normalmente avviene a  Roma,  anche perché  Confindustria  è abbastanza “romacentrica”. Pertanto trasferire degli eventi  incentrati sulla  conoscenza e l’ approfondimento  del settore turistico,  (che solitamente hanno luogo nella capitale o magari si replicano in città, tradizionalmente più importanti perché più popolate o comunque più conosciute)  credo  abbia contribuito a far sentire un po più vicini e al centro le persone che vivono qui, cosi come anche  gli operatori turistici,  dando loro una chance in più per quel che concerne la  conoscenza ma soprattutto    farne tesoro di quest’ultima  in tempi più veloci.

Ad esempio, (per citarne uno)  cosi come è successo con Trip Advisor.  Un evento che avevo  già portato qui in Puglia diversi anni fa, quando non ero ancora vicepresidente della Federturismo;  e lo scorso 13 giugno,  i vertici del sito di viaggi più grande al mondo, sono giunti, direttamente da Londra,  nella sede di Confindustria a Bari, illustrando agli operatori turistici le novità inerenti il sito ma soprattutto spiegando agli stessi operatori  come gestire al meglio il sito stesso, tant’è vero  che la prima parte dell’incontro  è stata dedicata agli operatori iscritti a Confindustria  e la seconda parte  era aperta al pubblico, proprio per infondere maggiore consapevolezza, specie negli operatori turistici, affinché possano utilizzare il sito al meglio onde valorizzare la propria struttura.  

Poi, di recente e  sempre a Bari, c’è stato un ulteriore  incontro, da me voluto,  con il presidente di AssoMarinas ( associazione italiana porti turistici) e successivamente  con il presidente di Assobalneari (’associazione che riunisce le imprese balneari aderenti, a livello nazionale, al sistema Federturismo Confindustria.) per discutere in merito ai problemi della Bolkestein, affinché la “voce” dei nostri operatori fosse ascoltata al Governo,  proprio nei giorni in cui alla Camera dei deputati, ha avuto luogo  l’audizione incentrata  sulla   stessa Bolkestein, per poter poi porre in essere la direttiva. Inoltre  un’ ulteriore iniziativa, gestita da me  personalmente,  è stata l’ inaugurazione a Bari, della prima tappa della Federturismo on tour :  la Federturismo che va nella sezioni locali dei vari territori; siamo stati , sinora  in  Basilicata, Sardegna, Campania e  Piemonte.

Mentre, per quel che riguarda più dettagliatamente Margherita di Savoia  e le terme,  mi preme sottolineare che in Italia da quando c’era il turismo della belle Époque prettamente termale, sono state le terme statali a fare  la storia del termalismo italiano; questo  ha rappresentato un pregio ma allo stesso tempo un difetto, specie negli ultimi anni o meglio da quando, è cambiato completamente il senso di gestire  le cose da parte dello Stato, divenuto allo stesso tempo più  oculato.  Lo Stato, dunque,  ha poi deciso di non coprire più  i debiti di  società ad esso   afferenti, dando  ad ognuna di queste la propria autonomia.   Le terme statali, gestite con modalità  un po’  “sprecone”    hanno di conseguenza prodotto una crisi dell’intero sistema,   che ha senz’altro  rappresentato un elemento negativo anche per tutte le terme private come appunto quelle di Margherita. E’  andato un po’ in crisi tutto il sistema del termalismo, mettendo in ginocchio  anche le terme  più rinomate  di Salsomaggiore  e Chianciano ad esempio.  Ciò nonostante le terme private hanno  comunque retto bene la crisi generale del sistema, ma chiaramente a livello di notorietà non hanno mai raggiunto la stessa  che avevano le statali, anche perché  per  quest’ultime si investiva molto di più sotto questo aspetto.  Alla luce di tutto ciò,  Margherita di Savoia, si è retta  su quello che era il turismo pugliese in genere,  ossia quello più di prossimità: formato da turisti provenienti dalle zone limitrofe.  Sino a 10 anni fa  in Puglia,   ci  tornavano per le vacanze estive  i pugliesi immigrati a Milano per  trovare lavoro,  restando  comunque pugliesi dentro, oppure nella nostra regione  giungevano turisti provenienti dalle regioni vicine,  ma francamente il nostro territorio,  non è mai stato una  meta turistica tanto ambita dai non pugliesi  (soprattutto se si considerano gli ultimi  20 anni),  ad eccezione del Gargano da sempre amato dai tedeschi.  Nemmeno il Salento esisteva, turisticamente parlando, figuriamoci Margherita di Savoia. Pertanto a tutto ciò è anche riconducibile  la scarsa notorietà delle terme di Margherita. Gli stabilimenti termali in Italia sono equamente divisi sull'intero territorio nazionale:  in tutto sono  380 e con una diffusione cosi capillare, non tutti conoscono i piccoli centri come quello di Margherita, ma solo chi è del posto. Una relativa  notorietà dovuta  ad un contesto storico e all’andamento del termalismo o meglio del turismo nella nostra  regione: un acqua e un fango di qualità lo puoi trovare  anche in altri 379 centri  termali presenti in Italia,  pertanto ciò che deve attirare il turista non è solo il fattore  qualità delle  terme (che del resto è importante) ma bisogna fare in modo che sia attratto da tutto  l’hinterland territoriale ad esso riconducile.

-  Da luglio 2014 e sino al mese scorso, Lei è stata  componente del comitato di Imprenditoria femminile della Camera di Commercio di Bari;  inoltre ha anche  ricevuto prestigiosi riconoscimenti per il suo ruolo di imprenditrice . Pertanto,  crede che oggigiorno  per una donna del nostro territorio,  ci siano maggiori possibilità di potersi affermare  a livello imprenditoriale?

A differenza di quanto ci si possa pensare,  in Puglia come del resto in tutto il Sud Italia, laddove ci sono meno opportunità di lavoro,  c'è un’ imprenditoria femminile più avanzata, perché spesso e volentieri quando le donne credono nella propria idea e  non hanno  la possibilità di essere assunte, decidono di  investire su  se stesse andando  avanti da sole. E’ un passo ancora molto difficile, ma  ci sono  stati degli aiuti, nazionali e regionali,  grazie anche all’impegno della consigliera di parità della Regione Puglia Serenella Molendini, la quale per  circa un decennio ha gestito il settore dell’imprenditoria femminile,  offrendo alle donne maggiori possibilità.  Purtroppo  qui da noi  manca ancora un vero e proprio supporto alla donna dal punto di vista lavorativo.  Tradizionalmente nella nostra cultura il “peso” della famiglia ( il bambino che si ammala,  il genitore anziano da accudire ecc..) è da sempre ricaduto sulla donna. Non esistono nei piccoli centri, ma un po’ in tutta Italia,  asili nido o strutture adeguate che possano essere di ausilio alla donna nello svolgere le sue mansioni famigliari  (a meno che non abbia la fortuna di avere  dei genitori capaci che siano in grado di aiutarla nella propria  gestione famigliare ). Tutto ciò,  pertanto,  penalizza la donna nella sua carriera lavorativa. Mentre, una donna che riesce  autonomamente ad essere imprenditrice  può  di certo gestire e ottimizzare al meglio  i suoi  tempi, il che non significa lavorare di meno, ma lavorare in orari  più comodi, ad esempio da casa; dunque sotto questo aspetto  l’imprenditoria femminile può di certo  essere una forma di ausilio per le  donne  affinché restino  ancorate  all’ambito lavorativo. Tuttavia, il mio auspicio è che quella mentalità becera  non esista più, quando ad esempio un direttore di banca (sino a qualche anno fa) era più propenso a concedere un finanziamento ad un uomo piuttosto che a una donna che magari  potesse avere  un’ idea imprenditoriale comunque vincente. Per fortuna, negli ultimissimi anni si sono fatti grandi passi avanti  e le donne stanno acquisendo più fiducia sotto l’aspetto lavorativo,  pertanto voglio essere sufficientemente ottimista da pensare che si possa continuare a procedere in tal senso.

-  Quanto è sfruttato il potenziale turistico nella sesta provincia?

Molto poco. Perché la Puglia,  tradizionalmente  e sino a pochi anni fa , ovvero da quando è diventata più nota, ha comunque puntato molto ancora sul mare, il che ha rappresentato  un errore: il mare non c’è solo in Puglia,  ma andando verso  Sud e dai nostri dirimpettai del Montenegro,  troviamo  un mare talvolta anche più bello  del nostro e  sicuramente molto meno caro, mentre per quanto riguarda la  fascia africana (Egitto con Sharm el sheik  ad esempio) oggigiorno  non riesce a farci  concorrenza per motivi legati in primis alla sicurezza (ricordiamo gli attentati terroristici avvenuti in quei posti).  Pertanto,  il  fatto di avere  un prezzo inferiore,  non ha  portato in quei luoghi  vantaggi turistici  e quindi chiaramente ciò ha rappresentato   un elemento che ha giocato a favore della nostra industria turistica.  Ma allo stesso tempo, non possiamo fare fatturati sulle disgrazie altrui e   in ogni caso  ci auguriamo che il problema sicurezza venga risolto al più presto in quei luoghi. Dopo di chè, si ripresenterà  la situazione, a nostro discapito, del  mare bello  e  più economico: elementi sui quali  per noi sarà molto difficile competere. Potremmo piuttosto puntare sulla nostra tipicità: borghi, campagna e  tradizioni agroalimentari da sempre risultate molto vincenti; difatti chi viene a trovarci in Puglia, ricorda sempre le ottime tradizioni culinarie .  Quindi è  necessario  unire tutto ciò che  è intorno  al mare. Se vendo solo mare non avrò mai un turismo destagionalizzato, tant’è  vero che le città più visitate sono quelle che non hanno sempre e per forza il mare, si tratta molto spesso di luoghi  nei quali c’è affluenza turistica per  tutto l’anno.  In Puglia l’elemento della destagionalizzazione turistica  non è ancora  stato del tutto chiarito, ma sicuramente non lo è  per la Puglia Imperiale ossia per i territori della Bat, in quanto, nel corso degli anni, non abbiamo avuto una chiara strategia di vendita, ma abbiamo piuttosto  proceduto a “zig zag” tra mare  e  castelli, senza  mai delinearci una connotazione ben precisa.  C'è il Salento, la valle d’Itria,  il Gargano, ma nella puglia imperiale (che già come denominazione risulta essere poco diretta)  ci sono sicuramente meno strutture; il nostro è un territorio che non ha ancora assunto consapevolezza di se in modo chiaro,  di conseguenza c’è ancora tanto da fare soprattutto per quel che concerne l’aspetto turistico.

-  A tal proposito cosa pensa del Progetto  “Illuminiamo la Puglia Imperiale” per il quale sono stati stanziati 300 mila euro dal Ministero per i beni e le attività culturali  affinché sia  rilanciato il  turismo di ben 13 comuni (Margherita inclusa) facenti parte  dell'area del nord barese?

Si tratta di un progetto importante da inserire sicuramente in un contesto più ampio, sono operazioni valide e auspicabili se inserite in un contesto generale di sviluppo, altrimenti si rischia di continuare a procedere a “zig zag” senza un obiettivo ben definito. Mi sembra che nella Puglia imperiale ci sia ancora un po’ di confusione, anche perché e forse anche giustamente abbiamo  l’agenzia regionale “Puglia Promozione” che spinge su quelli che sono i cavalli vincenti in virtù dei buoni riscontri ricevuti nel tempo, pertanto è facile continuare a vendere  quei “cavalli”; però  per territori come il nostro,  c’è ancora  bisogno  di  reinventarsi  e organizzarsi  e affinché ciò accada  serve un po’ più di tempo.  E’ pertanto importante non aspettare “Puglia Promozione” che ci presenti un valido progetto, ma dobbiamo essere  anche noi (intendo sinergicamente  istituzioni ed operatori turistici, affinché  quest’ultimi abbiano maggiori possibilità di creare dei consorzi di tipo turisti ) capaci di creare quelle condizioni  in grado di sviluppare  un indotto turistico nel nostro territorio.  Come? Migliorando i collegamenti infrastrutturali e di trasporto tra le città facenti parte del nostro hinterland, incrementando  l’igiene urbana e la sicurezza dei nostri luoghi ; ma  sotto questo aspetto   c’è ancora parecchio da fare.

 

 

 -  Quali crede potranno essere le future collaborazioni o sinergie tra Lei (in qualità di socio onorario e in virtù  dei suoi importanti ruoli che ricopre a livello regionale e non)  e la nostra associazione?  Tenendo conto  anche del fatto che la stessa, ha come obiettivo la valorizzazione del “made in Puglia” in tutti i settori. (La risposta della dottoressa Lalli alla suddetta domanda  è riconducibile al seguente video)

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